giovedì 14 agosto 2008

61° Festival del Film di Locarno

6-16 Agosto 2008, Locarno (Svizzera)

Mi piace il fascino discreto della Svizzera, mi piace il giallo abbinato al nero, mi piacciono i leopardi e mi piace il cinema. Con questi presupposti una gita al Festival Internazionale del Film di Locarno era praticamente obbligata. Tornato dalla trasferta non posso assolutamente pentirmi della scelta. Sul Lago Maggiore si riflette una città maculata che si gode con garbata vivacità il piacere della festa, accogliendo con accomodante precisione un variopinto popolo di appassionati, curiosi, autoctoni e villeggianti. Un'atmosfera piacevolissima, per gli amanti del cinema ma non solo. Appartenendo però alla prima categoria, mi dedico ad un breve resoconto dei film visionati.

Nordwand di Philipp Stölzl
La tragica scalata del Monte Eiger.
Lo confesso, dopo 40 minuti mi sono alzato e sono andato a bermi una cokina. Sarà che il film era in tedesco con sottotitoli in francese, sarà che per volere di Murphy la mia visuale era offuscata dalle vaporose chiome degli spettatori di fronte, ma proprio non potevo sopportare oltre questo bieco tentativo europeo di allestire un film d'avventura all'americana, con tanto di stucchevole accentuazione della trama amorosa, (presunte) scene ad effetto e (presunti) siparietti umoristici per sdrammatizzare la tensione. Voto N.G.

Choke di Clark Gregg
Le singolari vicende di un sessodipendente.

Adattamento dell'omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, la prima regia dell'attore Clark Gregg è una dozzinale riproposizione del caustico racconto originale. Il soggetto è sicuramente spassoso e la visione risulta a tratti godereccia, ma i meriti sono tutti dello scrittore e i demeriti tutti della sciatteria delle scelte realizzative, che vanificano le potenzialità cinematografiche del testo (il paragone con il "Fight Club" di Fincher è irriguardoso). Non delude Angelica Houston, perfetta nella parte della sconclusionata Ida Mancini.
Voto 5


Alice En El Pais di Esteban Larrain
La lunga passeggiata di una ragazzina boliviana.

Presentato nella sezione dedicata ai registi esordienti, il viaggio di Alice è una lenta camminata nelle distese desolate della Bolivia. La latitanza di dialoghi e di uno sviluppo narrativo vero e proprio, compensati dalla ricercatezza delle inquadratura e dei movimenti di macchina, fanno sembrare il film un buon saggio di fine corso per una scuola di regia. Splendida l'ambientazione sudamericana. Voto 6

La Possibilite D'Un Ile di Michel Houellebecq
L'ipote
tico destino della razza umana.
Lo scrittore francese ridisegna su pellicola il suo ultimo romanzo, visionario racconto di (fanta)scienza teorica che getta l'umanità in un futuro arido e desolante. La narrazione è talvolta farraginosa e abbonda di passaggi impliciti, ma intriga nei concetti e nella stilizzazione estetica, anche se l'estrema asetticità rende difficile il coinvolgimento emotivo. Potrebbe infastidire, come ogni autocompiaciuta provocazione. Voto 7

Shorei X di Kohki Yoshida
La difficile convivenza tra una madre e un figlio.

Opera prima di un imberbe registra giapponese, "Symptom X" è la triste vicenda di un giovane uomo costretto a prendersi cura della propria madre schizofrenica. Film di angosciante minimalismo, immobile e silenzioso, che si affida all'iterazione e ad una rappresentazione disadorna per esprimere la drammaticità quotidiana della malattia.
Cinema piccolo, ma a suo modo sorprendente. Voto 6,5

Lecture 21 di Alessandro Baricco
Il Maestro e il professore.

L'esordio cinematografico del noto scrittore italiano sorprende per freschezza, fantasia e voglia di stupire. Un assunto curioso e coraggioso (la demolizione artistica della nona sinfonia di Beethoven) che si espande in un florilegio di vicende umane, situazioni surreali, aneddoti tristi e divertenti, considerazioni sulla senilità e sull'amore. Estatico ed enfatico, "Lezione 21" svela l'inattesa consapevolezza cinematografica del suo autore, abile a sfruttare le potenzialità visive e sonore del mezzo oltre che a giocare con i generi e con il montaggio. Baricco sarà pure furbetto e arrogante (la sua presentazione del film prima della proiezione ne è conferma assoluta), ma è difficile restare indifferenti alla sua straordinaria capacità di raccontare. Voto 8

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